Anni di giovinezza, vita di voluttà ...
come ne scorgo chiaramente il senso.

Quanti rimorsi inutili, superflui ...

Ma il senso mi sfuggiva, allora.

Nella mia giovinezza scioperata
si formavano intenti di poesia,
si profilava l'ambito dell'arte.

Perciò così precari i miei rimorsi!
E gl'impegni di vincermi e mutare,
che duravano, al più, due settimane.


Costantino Kavafis

giovedì 16 settembre 2010

La relazione ( NON ) realizzante


















Oggi ho avuto la lezione di religione a scuola e mai come questa volta la discussione mi ha toccato da vicino. Sembrava veramente ad hoc.

Non eravamo distanti, non oggi, e abbiamo condiviso questo momento in cui ci sono stati sbattuti in faccia i nostri errori, il nostro fallimento.

Prima di tutto bisogna spiegare meglio il titolo. La relazione è quel determinato legame che s’istaura tra due o più persone, e si sviluppa un rapporto di conoscenza duraturo . E fino a qui diciamo che ci siamo.

Realizzante invece che significa ? Che quel legame è in grado di farti stare bene in seguito allo SFORZO RECIPROCO di rispondere ai bisogni e alle necessità dell’altra persona. Eccola la crepa, l’enorme crepa,.. il buco nero.

E’ troppo difficile quando s’incomincia a soffrire veramente guardare al di là di noi stessi. L’altro è molto più secondario, è troppo lontano da come ti senti tu, da QUANTO senti tu e ci facciamo prendere ancora di più dalla voglia di proteggerci, dall’egoismo anche un po’ giustificato.

Perché non abbiamo capito come arrivare al giusto compromesso ? Le nostre necessità, anche escludendo la parte realmente problematica, sono venute a scontrarci. Perché non abbiamo pensato ad un vero dialogo diretto, perché abbiamo pensato solo a come resistere di più, a come sopravvivere un altro po’ invece di cercare di sistemare veramente le cose ?

Solo promesse non mantenute, parole prese troppo sul serio, delusioni involontariamente enfatizzate e altre crepe, tante altre crepe. Non abbiamo mai fatto veramente un passo al di là di noi stessi, non abbiamo mai fatto qualcosa che non fosse temporaneo.

Quante volte ti ho accusato di incoerenza e di poca chiarezza, ma è mai possibile che tu non mi abbia mai fatto capire niente ? Come posso esser stato così idiota, dovevo intuirlo, dovevo capirlo da solo che … che tutto quel bene che dicevi di provare non c’era veramente.

Avrei dovuto rendermene conto da solo ma mi sono aggrappato a situazioni, a discorsi, a tante di quelle parole. La colpa è soprattutto mia per averci creduto troppo, per esser stato così sicuro di aver creato un profondo legame, uno che sarebbe riuscito a resistere anche a questo.

Sono un illuso, un grandissimo illuso e non voglio accettare questo epilogo, non ci riesco. E’ un fallimento troppo doloroso e non riesco a pensare di essermi ingannato così tanto per tutti questi mesi.

Quando anche tutto quello che per cui ho lottato così tanto, per cui ho sofferto tutte quelle notti ( quante notti, quanto dolore … ) diventa oggetto di discussione, quando diventa oggetto di compromesso arrivi a chiederti quand’è che ti ho perso esattamente, in modo così irrimediabile da non riuscire a tornare indietro?

Quando si è arrivati al punto in cui si combatteva per il nulla ? Quando sei arrivato a pensare di chiedermi tutti quelli sforzi, pretendendo però che rinunciassi anche a quello per cui ho sacrificato così tanto di me stesso ?
Sospiri, solo sospiri mi sono rimasti, nei quali desidero solo di non averti mai incontrato di non vederti mai più, perché troppo esasperato dall’idea di non poterti avere in nessuno dei due modi.

Soffrirai anche tu, ma questo mese e mezzo non è servito a farmi stare meglio. Sono più disperato e amareggiato che mai. Sono due giorni che sento continuamente un bruciore che si estende dalla gola fino ai polmoni … Fatico a respirare, fatico a fare ogni cosa anche quando ti sto lontano.

Troppe le energie sprecate, troppi i pomeriggi e le notti passate a pensare come far andare bene questa situazione. Ma ho fallito. Tutto questo non è servito a nulla se non a farmi coinvolgere di più e a farmi stare peggio.

Quanto vorrei abbracciarti e farti sentire tutto il mio calore, tutto il mio affetto e quel strano amore,… tutto questo per poterti piangere e scrollarmi di dosso tutte quelle lacrime che si sono trattenute da sole nel corso di questi mesi.

Ho un bisogno di sfogarmi che mi mette quasi paura. Ma il punto è un altro: tu riuscirai tra non molto a riprenderti completamente. Io invece non so se riuscirò a farlo tanto presto. Per come sono fatto, per quanto sono idiota, già mi vedo tra cinque anni a pensare a questa cosa e ad annichilare ancora me stesso.

I momenti tranquilli d questi giorni so che li pagherò a prezzo molto caro e già sto iniziando a scontare. Forse l’unica cosa positiva di quest’ultimo periodo è che sto iniziando ad avere le cose più chiare, sto capendo che non ci tieni abbastanza, non quanto pensavo e non quanto mi hai fatto spesso capire.
Non posso ignorarti perché non riuscirei ad andare avanti, mi autodistruggerei in poco tempo. Devo imparare a “convivere” insieme a te perché siamo costretti a vederci ancora per un paio di mesi. Sono sicuro che se tu potessi mi cancelleresti in due secondi dalle tua vita, se potessi mandarmi lontano lo faresti e in alcuni momenti lo farei anch’io.

Ti sentirai scagionato quando finirà quest’ultimo anno scagionato, liberato da un oppressione, da un rapporto che non desideri salvare più minimamente e forse anch’io sarò un po’ così … Ma sono sicuro che durerà per poco, sono certo che sentirò presto la tua mancanza e che mi struggerò dandomi tante di quelle colpe per non averci provato più intensamente, nel modo giusto, nel modo che non ci avrebbe fatto fare questa fine.

Spero di riuscire a farmene una ragione un giorno, ma quel giorno sembra MOLTO lontano. Tu tornerai presto a sorridere senza più pensarci e io per poter andare avanti devo comportarmi come a marzo quando dicevi che stavi benissimo in mia compagnia, quando io ormai non ti consideravo più mio amico, ma solo un profondo conoscente e vivevo questo rapporto alla giornata senza aspettarmi niente da te.

Ecco, forse mi sono fidato troppo, veramente troppo di una solidità che non c’è mai stata, di parole pronunciate ma non provate veramente e ho preteso più di quello che mi potevo permettere da questa situazione.

La colpa è la mia, come sempre è la mia. Ci sarà un motivo se non riesco ad intrattenere un rapporto profondo per tanto tempo. Adesso vorrei solo che quella certezza che ho sentito l’anno scorso non l’avessi mai vissuto anche se è stata una delle più belle cose che abbia mai provato in tutta la mia vita.

Se non ci fosse stata quella sicurezza, che nella vita non sarei stato più solo perché avevo trovato qualcuno che mi voleva veramente bene e che non mi avrebbe mai giudicato ma sostenuto sempre, ecco, se questo non ci sarebbe stato adesso non mi sentirei più solo che mai e non penserei che mi sono illuso su tutto.

Ma adesso devo concentrarmi su me stesso, devo volermi un po’ più bene, arrendermi a questo senso di fallimento e smettere di proteggere ancora tutto quell’affetto per una persona che non se lo merita e che gliene frega ben poco di me.

Ma c’è la vie! Bisogna proteggersi e concentrarsi sull’avvenire perché adesso più che mai tutto il futuro è a portata di mano e bisogna smettere di pensare agli sforzi reciproci mancati ( tante belle parole con le quali spero di poter essere coerente!).

Questa è la mia relazione NON realizzante, quella che lascia delle ferite profondissime, che fa perdere tutta la fiducia che avevo per l’amicizia,… e non penso che riuscirò mai a lasciarmi andare come ho fatto con te.

Capisco adesso che nel caso migliore mi ci vorranno anni per superare questa cosa; spero di crescere dopo questa esperienza e arrivare a credere nuovamente nella vera amicizia dove voler abbracciare l’altro non è più una colpa.

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