Anni di giovinezza, vita di voluttà ...
come ne scorgo chiaramente il senso.

Quanti rimorsi inutili, superflui ...

Ma il senso mi sfuggiva, allora.

Nella mia giovinezza scioperata
si formavano intenti di poesia,
si profilava l'ambito dell'arte.

Perciò così precari i miei rimorsi!
E gl'impegni di vincermi e mutare,
che duravano, al più, due settimane.


Costantino Kavafis

lunedì 22 novembre 2010

T'immagino lì

























Spesso penso al tuo cielo
Specchio di morte,
Sagoma di sogni
Senza più vita.

E tu
Bruci nei ricordi,
La pelle arde negli incubi,
Nella violenza
Che fu tua
Libera nell’incoscienza.

Quegli atti di odio
Son lì, con te,
Ti si ritorcono contro
Ti corrodono la carne,
I vermi
Ti scavano le ossa
Ti spezzano la vita.

E i sensi stessi
Si abbandonano
Al dolore, unico
Segno di vita.

Ma mi convinco
Che la mente trovi pace
Nell’immagine di me,
Figlio sconosciuto,

Che ci sia redenzione

In un facile rimpianto.



di Mihai Rusu

martedì 16 novembre 2010

Secondi Di Nulla























Sono
Archi di sabbia
Sono
Tempi di nebbia,

E tu sei
Uomo, umano
Sei tutto.

Secondi di nulla,
Niente
Di più
Tu, il mondo,
Mi potrai dare.


di Mihai Rusu


PS: E' abbastanza difficile arrivare  a capire l'interpretazione di questa poesia se non si conosce il motivo per il quale l'ho scritta. 

domenica 14 novembre 2010

Renato Zero - Magari ( Testo e Video )

 Questa sera sono ancora più emotivo del solito ed è un'ora che mi sto sentendo sempre la stessa canzone. Si tratta di Magari di Renato Zero.
 Potrei dire tante cose a riguardo però penso che il testo dica già tutto.






Magari toccasse a me
prendermi cura dei giorni tuoi
svegliarti con un caffè
e dirti che non invecchi mai...

Sciogliere i nodi dentro di te
le più ostinate malinconie.. magari

Magari toccasse a me
ho esperienze e capacità
trasformista per vocazione
per non morire, che non si fa...
Puoi fidarti a lasciarmi il cuore
nessun dolore lo sfiorirà.. magari!

Magari toccasse a me
Un po' di quella felicità... magari
Saprò aspettare te
domani, e poi domani, e poi... domani

Io come un ombra ti seguirò
la tenerezza ed il talento mio
Non ti deluderò
la giusta distanza io
Sarò come tu mi vuoi
ho un certo mestiere anch'io.. mi provi... mi provi 


Idraulico cameriere
all'occorrenza mi do da fare
Non mi spaventa niente
tranne competere con l'amore
ma questa volta dovrò riuscirci
guardati in faccia senza arrossire... magari...

Se tu mi conoscessi
certo che non mi negheresti.. due ali
Che ho un gran disordine nella mente
e solo tu mi potrai guarire... rimani 


Io sono pronto a fermarmi qui
il cielo vuole così
Prendimi al volo e poi
non farmi cadere più 

Da questa altezza sai
non ci si salva mai... mi ami? 

Magari... Mi ami!? Magari..

giovedì 11 novembre 2010

Il sublime dell'incenso - Seconda Versione

Oggi, mentre mi sbrigavo per andare a scuola, proprio pochi secondi prima di entrarci ho visto un uomo di mezz’età che stava guidando. Non so, mi ha suscitato un immagine strana da descrivere e a scuola ho scritto questa poesia. La cosa bella è che dopo averla scritta l’ho copiata in bella copia e l’ultima parola l’ho scritta per sbaglio in un altro modo.

  Ho scritto un’altra parola e il bello è che per errore ho migliorato molto la poesia.  Stranamente queste due parole sono degli opposti però la poesia ha senso con entrambe, un senso totalmente diverso quasi.
 Dedicherò un post ad entrambe e la premessa sarà per ognuna quella che ho appena finito di scrivere.

Ecco la seconda versione, quella migliore secondo me!


Il sublime dell’incenso

















Mi ricordi quei pomeriggi
Quegli attimi di giovinezza
Nelle case piene di persone,
Nei cuori colmi di dolore.

E adesso vedo te, estraneo
Nella macchina e mi ricordo!
Con il viso pallido
Con lo sguardo stanco, rassegnato
Anni pesanti t’indicano,
Sei stato scelto dalla vita.

Potrai consolarti con cose spicciole,
Frasi dette per inerzia:
“Tanto tocca a tutti!”

E sento
Il sublime dell’incenso
E vedo
L’odore della vita.

Di Mihai Rusu

10/11/2010

Il sublime dell'incenso - Prima Versione

Oggi, mentre mi sbrigavo per andare a scuola, proprio pochi secondi prima di entrarci ho visto un uomo di mezz’età che stava guidando. Non so, mi ha suscitato un immagine strana da descrivere e a scuola ho scritto questa poesia. La cosa bella è che dopo averla scritta l’ho copiata in bella copia e l’ultima parola l’ho scritta per sbaglio in un altro modo.

  Ho scritto un’altra parola e il bello è che per errore ho migliorato molto la poesia.  Stranamente queste due parole sono degli opposti però la poesia ha senso con entrambe, un senso totalmente diverso quasi.
 Dedicherò un post ad entrambe e la premessa sarà per ognuna quella che ho appena finito di scrivere.

Ecco la prima versione:


Il sublime dell’incenso















Mi ricordi quei pomeriggi
Quegli attimi di giovinezza
Nelle case piene di persone,
Nei cuori colmi di dolore.

E adesso vedo te, estraneo
Nella macchina e mi ricordo!
Con il viso pallido
Con lo sguardo stanco, rassegnato
Anni pesanti t’indicano,
Sei stato scelto dalla vita.

Potrai consolarti con cose spicciole,
Frasi dette per inerzia:
“Tanto tocca a tutti!”

E sento
Il sublime dell’incenso
E vedo
L’odore della morte.

Di Mihai Rusu

10/11/2010

sabato 6 novembre 2010

Libera d'essere



















Scivolavi sul tuo stesso corpo,
Le nuvole scivolavano sulle loro stesse onde,…
E l’aria stessa gorgogliava parole amare,
Sciolte da lui, scagionate dal suo profumo.

Nell’impercettibile respiro
Tremavi senza timore,
Colma di passione,
In un vuoto privo di lui.

Eri felice, spontanea,
E nell’amore per te stessa
Costruivi grattacieli di carta,
Sentivi i sussurri del vento.

Lassù, in alto, ascoltavi il tuo respiro
Sentivi la vita, la tua,
Ti muovevi con grazia selvaggia,

Senza paura di sbagliare,

Libera d’essere.


di Mihai Rusu