Anni di giovinezza, vita di voluttà ...
come ne scorgo chiaramente il senso.

Quanti rimorsi inutili, superflui ...

Ma il senso mi sfuggiva, allora.

Nella mia giovinezza scioperata
si formavano intenti di poesia,
si profilava l'ambito dell'arte.

Perciò così precari i miei rimorsi!
E gl'impegni di vincermi e mutare,
che duravano, al più, due settimane.


Costantino Kavafis

giovedì 11 novembre 2010

Il sublime dell'incenso - Seconda Versione

Oggi, mentre mi sbrigavo per andare a scuola, proprio pochi secondi prima di entrarci ho visto un uomo di mezz’età che stava guidando. Non so, mi ha suscitato un immagine strana da descrivere e a scuola ho scritto questa poesia. La cosa bella è che dopo averla scritta l’ho copiata in bella copia e l’ultima parola l’ho scritta per sbaglio in un altro modo.

  Ho scritto un’altra parola e il bello è che per errore ho migliorato molto la poesia.  Stranamente queste due parole sono degli opposti però la poesia ha senso con entrambe, un senso totalmente diverso quasi.
 Dedicherò un post ad entrambe e la premessa sarà per ognuna quella che ho appena finito di scrivere.

Ecco la seconda versione, quella migliore secondo me!


Il sublime dell’incenso

















Mi ricordi quei pomeriggi
Quegli attimi di giovinezza
Nelle case piene di persone,
Nei cuori colmi di dolore.

E adesso vedo te, estraneo
Nella macchina e mi ricordo!
Con il viso pallido
Con lo sguardo stanco, rassegnato
Anni pesanti t’indicano,
Sei stato scelto dalla vita.

Potrai consolarti con cose spicciole,
Frasi dette per inerzia:
“Tanto tocca a tutti!”

E sento
Il sublime dell’incenso
E vedo
L’odore della vita.

Di Mihai Rusu

10/11/2010

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